Jazz

Non riesco a togliermi dalla testa l’immagine che ho di te. – il ricordo di Gianni-scappato-come-un-coniglio è una ferita ancora aperta che sanguina nei pensieri truculenti di Ninetta ogni notte. – Saprei essere dolce e gentile, sapresti bene come conquistarmi e io come tenerti per sempre con me. – gli diceva. – Finché un giorno

Cheap sotto una buona stella

Servono soldi per avere altri soldi. Come serve l’amore, per avere altro amore. Sapreste crederlo che tutto, invece, comincia con una mancanza? Cheap cammina per i vicoli di Trastevere, fra le cantine chiuse e le mura scure coperte d’edera. È sera. Sta tornando a casa dal lavoro non più stanco del solito. Fuma, ascolta la

Benni di Francia – Ben detto!

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Dall’Ambasciata di Francia, che voleva assolutamente andare a visitare, Banana percorre la calma piatta di Piazza Farnese: un quadrato fatto di palazzi barocchi dalle linee curve e dalle bianche facciate borghesi. Banana scatta poco convinto alcune fotografie alle due fontane della piazza che manda per direttissima sulla chat WhatsApp di Fanny. Ci sono solo uffici

Incipit di sceneggiatore sconclusionato: padre, assassino, disperato

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Quando sei un disperato e uccidi non sei un assassino. Sei soltanto un disperato che uccide. Certo, avremmo modo di discuterne se solo fossimo tutti quanti più capaci di argomentare, di sostenere anche posizioni scomode, di mettersi dalla parte del carnefice. Se fossimo un moderno Cicerone avvezzi all’arte oratoria e alla retorica. Non la retorica

A ognuno la sua fuga

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Il tizio lo guarda, seduto dall’altra parte del bistrot all’interno di Villa Pamphilij. Banana beve con piccole sorsate dalla sua tazza di caffè americano. Dalla radio del locale passa una canzone italiana tratteggiata da un piacevole riff di sax. Banana prova a comprenderne le parole. C’è un sole delicato, strano per il periodo caldo dell’anno,

Delitto e fastidio

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Due settimane. Tre. Un mese intero. Sorcio non l’aveva più avvertito. L’esperienza porta però Banana a pensare che con lui tutto sia in fondo normale, e che prima o dopo qualche notifica, chiamata o e-mail sbucherà fuori dallo smartphone per aggiornarlo della cazzata di turno messa in scena dal suo amico. E difatti la consapevolezza

Breve storia di un editore indipendente

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2010 La casa editrice Haiku (non si è mai capito se Haiku Edizioni o Edizioni Haiku) nacque ufficialmente nel 2010, dalla passione condivisa per la scrittura e dall’amicizia fra me e Flavio (Carlini). In principio fu la periferia romana, la Facoltà di Lettere e Filosofia di Tor Vergata che allora frequentavamo. Il nome che abbiamo

La finale che comunque vincemmo (Ricordo spurio di un bambino giallorosso)

ABBIAMO PERSO, ANCHE SE ABBIAMO VINTO. Noi avevamo inequivocabilmente vinto quella partita, e difatti io esultavo, gioivo, ridevo. Beh, in realtà non ricordo con esattezza tutto quello che stessi facendo. Sapevo soltanto che la Roma – la mia Roma – aveva segnato: che prima eravamo sullo zero a zero, e che al termine della partita non c’erano

Lezioni di vita

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«Colpiscilo. Forte. Ti piace?» «Così?» «Tu non preoccuparti se grida aiuto o se piange. Imparerà ad amare il suo dolore. Se lo colpisci bene però. Tu pensa solo a essere precisa: devi raggiungere il centro esatto dei testicoli. E non avere paura, no Luana, non temere di fare troppo forte. Deve mancargli il respiro, altrimenti
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