Forma + Sostanza

da "Il mercante d'acqua"
Edizioni Haiku, 2015
Illustrazioni originali di Marianna Forte

Fiume spalanca gli occhi, si rigira nella coltre azzurra del suo letto, inforca gli occhiali. La sua prassi quotidiana: si alza dall’enorme giaciglio di ebano e diamante rovesciando a terra le lenzuola termoelettriche. Mette a fuoco la scritta fluorescente che lampeggia sullo schermoparete: “Attenzione ginocchio infiammato”. Fiume si tocca l’incavo della gamba destra avvertendo un dolore sordo e un senso di pesantezza. Lentamente s’infila la veste a ultrasuoni che lava via il sudore della nottata. Si avvicina alla porta della camera, claudicante, la spalanca a Mileycyrus-n°4, la cyborg domestica made-in-Europe, che accorre con il suo “Buongiorno” impostato a sollevare le lenzuola dal pavimento, per poi raggiungerlo in cucina e preparargli la solita speedycolazione ad alto contenuto proteico. Ramen, balut & panax, olio di pesce, birra al malto d’ananas: tutto ben amalgamato dal mixer infrarossi.

Il sole è già sorto da cinque ore sulla Città-degli-Specchi, i raggi luminosi della stella riscaldano la terra e il cuore di tutti i lavoratori. Fiume sospira già proiettato nella ferma routine della giornata che si prepara a vivere.

Che ore sono?

Le undici.

Fiume si stropiccia gli occhi come quando era un bambino, sbadiglia borbottando di avere ancora sonno, aggiusta gli occhiali sul naso spalancando lo sguardo finalmente convinto.

Sfoglia un giornale pop-up dallo schermoparete della cucina, e intanto chiede:

Mio padre è già al porto?

Mileycyrus-n°4 gli fa sì con la testa.

Puoi andare, bambola. Grazie.

Mileycyrus si allontana lasciando acceso dietro di sé lo schermoparete con il notiziario di metà mattinata.

Fiume sfoglia i link delle news selezionate automaticamente dal browser. Apre e chiude le app dei giornali attraverso il sensore-telecomando incastonato nel tavolo, scorre le previsioni del tempo, rutta. Il bollettino meteo recita: “Caldo infernale, morti tredici operai”.

Fiume in giacca e cravatta, è ormai pronto ad andare.

Solamente a mezzogiorno, e per un’ora scarsa, le strade della città rimangono completamente deserte, così pure i vecchi cantieri della metropolitana adibiti, ormai da anni, a riserva zoologica per metafisici, mentecatti e cyborg-clochard. Fiume, figlio del più importante industriale del mondo, “Premio Brevetto dell’anno per il quinto anno consecutivo”, è stato accuratamente vaccinato attraverso un avanguardistico sistema bio-operativo iniettabile che permette al suo giovane organismo di far fronte al calore cancerogeno che durante i secoli ha sterminato interi popoli; è infatti tra i pochissimi che possono andarsene in giro nell’ora in cui il sole tocca il suo culmine trovandosi a rispecchiare nell’enorme cisterna idroelettrica costruita negli anni Venti da una ditta post-americana. La cisterna sovrasta l’enorme massiccio monumentale della Città-degli-Specchi, l’imponente tubo dello Skywalker, accumulando tutto il calore occorrente a riscaldare le popolazioni dello Stato durante i lunghi mesi invernali, quando le temperature sono talmente rigide da sfiorare i cento celsius sotto lo zero.

Lo Skywalker è una cascata artificiale che trascina l’acqua dal basso verso l’alto, decontaminandola. Tutte le acque di tutti i bacini idrici del nostro mondo sono passate, almeno una volta, in questo prodigio dell’ingegneria. Se, come raccontavano gli antichi e saggi argonauti, l’acqua conserva la memoria eterna del mondo e i sogni degli uomini, allora è vero che tutte le cose rinascono magicamente ai piedi dello Skywalker sotto forma di fiume sorgente.

Ed è lì che Fiume è diretto: a controllare con il liquometro che la purezza dell’acqua sia uguale al giorno precedente. Questo è il suo lavoro.

Mezzogiorno in punto del Giorno-di-Marte, Fiume attende il suo insegnante privato di Retorica e Comunicazione efficace, il professor Alpha-Spracheliebe, programmato affinché possa impartirgli un adeguato grado di educazione, necessario per portare avanti, un giorno, l’azienda di famiglia. Ripete: “È importante la forma, l’aspetto fisico, la compostezza, perché anche dalla postura si può cogliere il livello di attenzione, di partecipazione, di coinvolgimento nell’interazione con l’altro”.

Discussione sul tema: forma e sostanza.

…senza forma, senza tecnica e senza grammatica non andiamo da nessuna parte. – sentenzia Alpha-Spracheliebe per riprendere la lunga lezione precedente, mentre gira la pagina dall’oleoschermo copiaincollando contenuti digitali. – Che ne pensi, Fiume, capito il concetto?

 Concetto… – ridice Fiume. – Concetto è un concetto assai vago, Spracheliebe. Mi hai spiegato come costruire una grande facciata senza il palazzo dietro. Mi hai spiegato che bisogna usare la forma giusta per nascondere che non vi è nessuna sostanza. – Fiume alza la voce, come tutte le volte che si sente trattato da ingenuo. – Questo ho capito! – incalza. – Che invece di farmi studiare etica, politica, economia, mio padre paga un maestro di forma. Ma che importanza ha la comunicazione senza la verità?

Bene, bene. – risponde quasi sottovoce. – Adesso prova a rendere il discorso meno nervoso, più len-ta-men-te. Ecco la forma.

Ma mi hai ascoltato? – Fiume lo guarda senza energia. – Ma lo sai che anche questa settimana c’è stato un attentato? La Città-degli-Specchi rischia di sparire, e noi qui a parlare len-ta-men-te, di forma.

Anche per parlare di politica o di etica, devi imparare queste quattro regole: – apre un link con una tabella carica di schemi grammaticali. – E comunque stai tranquillo, la Città-degli-Specchi è eterna e non corre il rischio di nessuna estinzione.

Punti di vista. Quei terroristi non mi sembrano degli sprovveduti, non pare che seguano lezioni di Comunicazione efficace ma di sicuro efficaci lo sono. Credo che dovremmo capire cos’è che vogliono.

Fiume non vengo fin qui per chiacchierare – lo sguardo di Alpha-Spracheliebe è vitreo.

Giusto, – osserva lui, – un cyborg non ha argomentazioni in merito e chiude la conversazione. Ma è di questo che voglio parlare adesso. Come la mettiamo maestro? Voglio ragionare sul fatto che non s’improvvisa un attentato dall’oggi al domani, avranno un grande piano, e avranno anche una motivazione per fare tutto questo. Perché nessuno ne parla? Sarebbe questo il dovere di mio padre, no? E invece mio padre conta soldi e si preoccupa della mia capacità di comunicare.

Ti sbagli ragazzo. Quei terroristi sono degli infelici. Dei piccoli artificieri. Gente invidiosa della nostra Città-degli-Specchi. “Guerra” poi… è soltanto un modo di dire. Una questione grammaticale. – spegne il manuale. – Credimi, davanti a un conflitto reale non saprebbero che pesci pigliare.

Settimana scorsa una loro cellula ha decapitato un lavoratore che mendicava un buono pasto, com’era nel pieno del suo diritto! Lo sai questo? Le oleocamere di sicurezza hanno registrato tutto. Uno di loro si è chinato su quel poveraccio e gli ha offerto un coupon da venti pasti. Figurati, il mendicante non ci credeva… non ha fatto in tempo a ringraziarlo che quello gli ha tranciato di netto la gola per portargli via tutto l’oro che aveva indosso. Lo sai o no che i mendicanti sono pieni d’oro? Quelli cercano di finanziarsi. Ma per cosa?

Sono soltanto ladri. – reagisce. – Soltanto ladri. – poi riaccende il manuale di comunicazione sintonizzandolo alla pagina successiva, con l’intenzione di riprendere la lezione. – Parvenza, Fiume. Una tecnica senza contenuto si chiama semplicemente parvenza.

“Parvenza”: è questo che mi stai insegnando? – Fiume è sempre più indolente a quelle spiegazioni. – Le tue lezioni inutili. – si alza, vorrebbe andarsene. Tentenna, si ferma, non saprebbe dove.

Sei tu che non sai stare al tuo posto, non riesci a seguire neanche una semplice regola. – per un momento il buon Alpha-Spracheliebe si altera, vorrebbe reagire, forse con rabbia, ma non è stato programmato per farlo. – La tecnica, gli strumenti, la forma… – ritrova la compostezza perduta. – dovrai imparare a riempirli dei giusti contenuti. Se conosci le regole, puoi crearne di nuovi.

Fiume non lo ascolta più da un pezzo, rassegnato a quella specie d’incomunicabilità, segue con lo sguardo una zanzifalena luccicante che gli passa intermittente a un palmo dal naso, poi un’anguilla che nuota nell’acqua trasparente, proprio là, sul fondo del fiume. Infila nell’acqua le mani dorate, vuole agguantare quel pesce per la pinna caudale. Gli sfugge. Alpha-Spracheliebe, seppure spazientito, innesta il mood buon senso, chiudendo i libri e mettendosi anch’egli ginocchioni davanti al corso.

Prendi la reticella.

Fiume la impugna, si china immergendola nel flusso, attendendo il passaggio di una nuova anguilla, di un luccio o di un qualsiasi pesce-sirena. Eccolo là, Swoosh! Lo cattura in una mossa repentina.

La tecnica, a cosa serve? – Alpha-Spracheliebe, ironico, gli strappa il pesce dalle mani mentre ancora si dibatte nella rete boccheggiante. –  Quelli non sanno che pesci pigliare. – ride ripetendo la battuta. – Forza ragazzo, infila la reticella dentro l’acqua e pescane un altro.

Mi fa male il ginocchio – lamenta Fiume.

È soltanto umidità. Se non vuoi restartene piegato sulle gambe, impara a pescare seduto. Non esiste solo una tecnica.

I pescetti sulla brace e un odore delizioso che si mescola con il profumo della natura. L’armonia di tutte le percezioni, un profondo senso di bellezza.

Improvvisazioni sul tema.

La colpa di queste creature è di essere passate sotto i nostri occhi nel momento meno opportuno. Nel momento stesso in cui abbiamo deciso di pescarle – Fiume sorride, spinando una delle sue prede.

La crudeltà – sospira Alpha-Spracheliebe.

La bellezza – gli fa eco Fiume.

Il primo staccando la testa all’anguilla, l’altro assaporando la prelibatezza di quella carne bianchissima.

Forse sono la stessa cosa.

Crudeltà e bellezza?

Imprimere una forma a un contenuto. Questi sono gli unici pesci che vivono in natura. Che nascono, crescono, prolificano ancora come un tempo. Senti che sapore hanno? Buonissimo. Nel resto del mondo la gente pesca e mangia pesci artificiali e anguille d’allevamento.

Sono pesci anche quelli.

I-dentici! – ridacchia Alpha-Spracheliebe, orgoglioso dell’ennesima freddura.

Finito di mangiare, il maestro riceve il suo compenso settimanale: un bonus in litri d’acqua da confermare attraverso l’indirizzo di posta elettronica Oceano.com.

Ci vediamo il Giorno-di-Marte prossimo – spegne lo schermo togliendo di torno gli ultimi pop-up.

Fiume lo saluta con un cenno. Scarica un filmato dallo streaming: l’arte della pesca.

Ciao, ho fame.

Chi è? Ah sei tu. – rivolgendosi a un gattino con tanto di convertitore neurovocale che era intanto sbucato da una felce vicina attirato dall’odore del pesce. – Vuoi mangiare?

Ho fame – ripete.

Immagina tu le lische di quei pescetti. Forse non hanno neppure la forma dei pesci che nascevano qui tanti anni fa. Forse. E magari sono davvero più buoni di quelli cresciuti in allevamento. Alpha-Spracheliebe questa volta potrebbe avere ragione, lo sai tu? – lo carezza. – Che ne dici?

Ho fame.

L’animale sembra d’accordo su tutta la linea. Annusa, gli si struscia sui piedi, si sdraia. Poi il buio piomba come uno starnuto.

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